Serena, la penultima volta che Andrea gli disse di avere un’altra donna, fu capace di aspettare due anni il suo ritorno e, alla fine, la speranza di riaverlo, si trasformò in realtà. Lo stesso era accaduto qualche anno prima e qualche anno prima ancora. L’altra donna del momento lo aveva lasciato e Andrea era tornato dalla moglie. Serena sa che Andrea non cambierà mai. E neanche lei. Infatti lo sta di nuovo aspettando.
Luca continua ad amare Manuela nonostante lei continui ad uscire con Fabio. Luca continua ad amarla e, nell’illusione di un futuro esclusivamente loro, vuole credere alla promessa che non succederà più. Non cerca più riscontri alle parole “Stasera rientro tardi per lavoro” dopo la volta in cui rischiò di perderla per sempre. Luca incassa nella solitudine del loro lettone e sa che il loro rapporto non cambierà continuando a far finta di niente. Infatti lei passerà la serata col direttore prima di rientrare a casa e sdraiarsi al suo fianco.
Clara continua a farsi riempire di botte da Oreste. Continua ad accettarlo da suo marito, padre dei suoi figli, e a nascondere i lividi. Tra loro, questa storia va avanti da anni ma Clara ribatte: “Mi ha detto che è l’ultima volta che mi mette le mani addosso. Lui non è cattivo, non ha mai picchiato i bambini. Aveva perso la testa. Non accadrà più…”.
Clara vive e dorme nel terrore perché sa che Oreste, così come stanno le cose, non cambierà mai nel suo modo di reagire. E neanche Clara, perché ogni mattina continua a riempirsi la faccia di trucco.
Sono dieci anni che Sandro sta con Giulia e da tre che sa di provare un sentimento speciale per Daniele, il vecchio compagno del liceo. Sandro sa perfettamente che se continuerà a non prendere una decisione, Daniele lo perderà per sempre ma sa anche che, scegliendo quel che lo farebbe felice, andrebbe contro tutta la sua famiglia. Daniele crede che Sandro non ce la farà mai a cambiare. E anche Sandro.
Perché?
Fermandoci un istante a riflettere sulla qualità dei nostri legami affettivi, ci sarà capitato almeno una volta nella vita di aver pensato di esserci innamorati della ‘persona sbagliata’. Qualcuno da cui ci siamo sentiti presi in giro o traditi o sfruttati in quegli aspetti più vulnerabili che avevamo persino cercato di condividere col partner; qualcuno col quale abbiamo continuato a stare insieme nonostante le bugie e la sofferenza, che abbiamo continuato ad amare nonostante tutto sperando che cambiasse, sperando di poterlo cambiare per modellarlo all’idea che ci eravamo fatti di lui o di lei. Non riuscendo nell’operazione, ci siamo trovati come costretti a modellare quella parte di realtà stonata rispetto alle nostre aspettative, alle nostre speranze.
Alle nostre credenze.
Quante volte abbiamo volontariamente omesso certi (macroscopici) dettagli rattoppando la realtà per giustificare quei modi di fare che ci apparivano incongruenti o sconvenienti da guardare in faccia preferendo vivere nell’illusione? Per non dire nella menzogna o nelle cose non dette…
Osservare le storie degli altri invece che fossilizzarsi su noi stessi, potrebbe aiutarci a capire quanto siamo disposti ad ‘accettare’ pur di farci… quadrare i conti. Potremmo accorgerci di quante contraddizioni ci portiamo dentro, di quanto siamo portati a mantenere attivi certi circoli viziosi (che ci bloccano sì dentro le stesse dinamiche per anni ma pur sempre conosciute e gestibili in apparenza) invece di allontanarci subito da quelle situazioni che fiutiamo ci faranno star male…
Ci è più facile finire per credere di non meritare di meglio piuttosto che lasciarsi tutto alle spalle e rimetterci in gioco. Cosa ci costringe a restare avvinghiati come l’edera a rapporti infelici invece di sganciarci alla ricerca di una realtà più appagante?
La paura di restare da soli, quell’eco sordo della solitudine, ci fa forse percepire la cruda realtà come il male minore da poter tollerare?