Perché oggi ci sentiamo più tristi che in epoche precedenti.
Sono tante le variabili che concorrono al sentimento di inquietudine tipico dei giorni nostri. I costanti cambi di moda non concedono di aggiornarci che già non siamo più al passo coi tempi; l’esposizione costante al flusso di eventi tragici riportati tra Tg e talk show; il declino delle comunità religiose e delle organizzazioni civiche; la precarietà dei posti di lavoro e gli spostamenti in funzione di questi; la conseguente difficoltà nel mantenere i contatti coi luoghi dell’infanzia e gli amichetti dei primi giochi all’aria aperta…
Sono queste le condizioni che contribuiscono a rendere instabile l’intero nostro sistema identitario. La perdita del senso di appartenenza e l’assenza di una continuità nella nostra storia, ci rendono fragili e insicuri nella capacità di immaginare (ancor prima di costruire) un futuro degno di essere vissuto.
Nella società del ‘Fai!’ favorito al ‘Come stai?’, le nuove generazioni e i giovani adulti, non più adolescenti ma neanche autonomi e con una vita davanti a sé tutta in salita, da un lato si sentono incompresi e giudicati dalle stesse persone che hanno consegnato loro questo mondo; e dall’altro, si trovano travolti in una competizione spietata per le briciole che la società è ancora capace di offrire.
C’è chi, come ai vecchi tempi, emigra all’estero in cerca di condizioni migliori; c’è chi si adegua alle regole del gioco del proprio paese e, volente o nolente, sceglie di giocare la partita della propria vita; e chi, invece, soccombe. Ma, al di là del successo o del fallimento individuale, in questa società del bisogno, viviamo con la perenne sensazione di essere in difetto, di non avere o non avere fatto abbastanza o che ci manchi qualcosa per raggiungere la vetta della felicità. Una meta che più tendiamo a raggiungere e più sembra allontanarsi. Una vera e propria trappola!
A prescindere da quello che questa epoca ci ‘impone’ sarebbe importante chiedersi cosa vogliamo noi. Cosa vogliamo imparare, raccogliere e lasciare durante il nostro passaggio?
Occorrerebbe innanzitutto avere chiaro i nostri obiettivi e per quali motivi, con quali mezzi e quanti sacrifici siamo disposti a fare per raggiungerli. In questi anni in continuo movimento, sarebbe necessario forse ritornare a mettere radici, ancorarsi cioè in luoghi cari e investire in rapporti significativi; sarebbe importante riflettere sui valori da mettere in gioco e concentrarsi sulla strada da intraprendere.
Solo così, con una buona bussola (i nostri valori) ed una mappa personalizzata (i nostri obiettivi) saremo in grado di orientare la nostra vita, resistere alle forti correnti, puntando dritto verso i nostri sogni.