Il vicino siciliano, il giorno in cui decise di trasferirsi in Toscana, mai avrebbe immaginato che traslocassero nel suo stesso immobile, una quadrifamiliare in un bel quartiere residenziale, due giovani coppie moderne: una di omosessuali e l’altra composta da lei italiana e lui nord africano.
Indispettito e arrabbiato per la novità non gradita, mise in vendita la casa ma, nel pieno della recessione economica e del crollo del prezzo del mattone, non poté fare altro che prendere le giuste precauzioni e accettare l’avverso destino.

Due anni dopo.

Stamani Giovanna non lavora.
Riordina la casa mentre il gatto dorme beato sulla coperta adagiata lungo il divano. Spazza, spolvera, dà il cencio e, intanto, mette l’acqua sul fornello. Non le piace cucinare ma, per l’occasione, sa farlo: una semplicissima pasta all’olio e un petto di pollo alla griglia!
Suona il citofono. Diminuisce il volume alla voce di Bowie alla radio e risponde.

C’è posta da firmare.

“Un attimo e scendo”, mentre toglie le ciabatte e indossa le scarpe.

Lungo le scale saluta il vicino, indaffarato a spazzare il vialetto di fronte al suo ingresso. Stasera ci sarà l’anticipo dell’Inter, pensa, perché quello è il rituale scaramantico pre-partita.

“E’ lei Valeria Rossi?”
“Ehm…no.”
“Mi scusi…ma lei chi è?”

Già…chi sono io?
Me lo sono chiesto spesso ‘chi sono io’. Oggi riconosco chi sono, ma resto ancora imbarazzata a definirmi di fronte agli altri. Perché? Perché le persone non si scompongono più come prima di fronte alla definizione “sono l’ex marito” o “sono l’ex moglie” ma si bloccano per “sono il compagno” o “sono la compagna” in caso di coppie omosessuali. E’ questione di abitudine? Di accomodamento? Quanto manca prima che queste realtà diventino quotidianità? Forse i tempi non sono ancora maturi così come non lo erano in passato per i figli dei genitori separati?
Perché gli esseri umani non nascono discriminanti ma apprendono in fretta.
E allora chi sono io…io sarei la compagna della destinataria della multa che lei sta stringendo in mano.

“…sono un’amica!”, risponde imbarazzata mentre il vicino di casa, curioso, si posiziona dietro alla siepe di confine.
“Un’amica? Ma non è previsto che consegni posta da firmare ad un’amica.”
La siepe ha un sussulto per l’imboscato che scoppia a ridere.
“E previsto che io possa consegnarla ad un parente ma non ad un’amica.”
“Allora che facciamo? Mi dica lei. Può inserire in cassetta la cedolina dichiarante il suo passaggio, se le sembra meglio.”
“Vediamo un po’ a chi posso consegnare la posta qualora il destinatario non fosse in casa. Eh si, è proprio vero che servirebbe regolamentarle certe situazioni…”, sussurra la postina mentre si accinge a sfogliare il manuale “Devo essere certa che la posta venga consegnata al destinatario!”
“Ed un’amica non consegna la posta al destinatario? Vedo che è una multa, tra l’altro. Per quanto amica, non credo la pagherò io!!!”.
“Ah, io nemmeno!” fa eco divertito il vicino curioso.
“Però… posso consegnare la posta ad una domestica.”

“Scrivo che ho consegnato la posta ad una domestica”

E consegna la posta dopo aver richiesto nome, cognome e firma leggibile.

“Mi raccomando” dice il vicino “consegna la lettera!”
“…se non vuoi pagarla tu…”
“Se avesse suonato il campanello a me, non mi avrebbe chiesto se ero mia moglie e non avrebbe fatto tante storie, in fondo ho risposto al citofono e sono uscito dalla casa nella quale risiede la destinataria della multa!!!”

Il vicino prende le mie posizioni!!! Due anni fa non ci avrei mai creduto! La magia della quotidianità e della conoscenza diretta delle situazioni… questo può scalzare il pregiudizio, pensò Giovanna rientrando in casa.

Oggi era una multa … e se domani fosse una questione di vita? Una decisione da prendere sul momento?