Come funzionano le fantasie sessuali?
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Il piacere in sicurezza
L’importanza di sentirsi al sicuro per permettersi di perdere il controllo nell’eccitazione sessuale
La Control Mastery Theory, elaborata essenzialmente da J.Weiss e H.Sampson, evidenzia come la motivazione primaria di un essere umano sia quella di adattarsi nel migliore dei modi al proprio ambiente e di padroneggiare (to master) le difficoltà in esso presenti. Secondo questa teoria, ognuno è più o meno capace di controllare (to control) le proprie funzioni mentali guidato dalla ricerca di un senso di sicurezza che gli permetta di perseguire obiettivi sani e piacevoli.
Per capire meglio la cornice teorica di riferimento…
Nasciamo capaci di interpretare l’ambiente familiare. È questione di sopravvivenza; abbiamo così tanto bisogno di mantenere un attaccamento sicuro con le figure primarie e di sentirci da esse riconosciuti, protetti e amati da mettere da parte o alterare i nostri bisogni e desideri. Per farlo al meglio, la mente costruisce un insieme di conoscenze (dette anche credenze) sul funzionamento del sistema di riferimento che andranno a costituire la nostra prospettiva sul mondo. Come una specie di mappe, le conoscenze organizzano la nostra percezione, ci permettono di fare previsioni, guidano comportamenti e, anche, orientano le scelte nella vita affettiva. Ci innamoriamo a pelle – il cuore ci batte forte, la testa gira, le farfalle sembra che svolazzino nello stomaco… – ma si accende qualcosa nel nostro cervello. “E’ come se in lui/lei ci fosse qualcosa di familiare…” a chi non è mai capitato?
Le credenze prendono vita dalle esperienze con le figure significative e da ciò che ci trasmettono più o meno consapevolmente: ciò che un bambino sperimenta in famiglia, che osserva e impara in quel contesto, diventerà quel che per lui è realtà: valori, gestione delle emozioni, regole…
In questo senso hanno anche un valore morale e sono funzione di scopi adattivi.
Tuttavia, ciò che è adattivo nel primo ambiente di sviluppo, può non esserlo più al variare di contesti e condizioni. Un bambino che pensa di non meritare amore (perché così, ad esempio, si spiega il disinteresse di un familiare depresso o assente), a scuola potrà manifestare difficoltà nel socializzare. La credenza può essere mantenuta dalla condotta dei compagni che, ignari di cosa pensi o provi il compagno, potranno escluderlo perché percepito come timido o evitante…
Crescendo, tenderemo a mettere alla prova le credenze patogene nel tentativo inconsapevole di disconfermarle. Queste prove o test, sono azioni per lo più inconsapevoli per capire se sia ancora attuale il pericolo prefigurato di perdere la vicinanza affettiva con una figura significati.
L’importanza di sentirsi al sicuro per permettersi di perdere il controllo nell’eccitazione sessuale
Il senso di sicurezza è un importante stato emotivo dal momento che consente di perseguire i nostri obiettivi senza timore di perdere vicinanza, affetto o riconoscimento dall’altro (significativo). Dal momento che il piacere sessuale è tra gli obiettivi primari dell’essere umano adulto, non stupisce il fatto che l’eccitazione sessuale, per la mente umana, costituisca una sfida peculiare in quanto prevede la perdita temporanea di controllo, l’esposizione dei propri desideri reconditi e l’affidamento all’altro.
E’ a questo punto che entrano in gioco le fantasie sessuali.
Cosa sono le fantasie sessuali? A che cosa servono? Che significato hanno?
Micheal Bader, psicologo e psicoanalista americano, interessato all’integrazione tra la dimensione individuale e quella collettiva, sociale e culturale, utilizza la teoria di Weiss e Sampson (sulla centralità del senso di sicurezza affinché un individuo possa perseguire obiettivi sani e piacevoli) per comprendere la sessualità e approfondire come l’immaginazione possa essere al servizio del senso di sicurezza e garantire l’eccitazione. Le persone devono sentirsi al sicuro per eccitarsi, sostiene Bader, e su tale ipotesi esplora molteplici scenari derivati dall’esperienza di clinico.
“Come mai il Romeo di una persona può essere il Quasimodo di un’altra?”. Ci eccita un tipo di partner, una parte del corpo, un genere, una posizione, una fantasia, un oggetto, un racconto o tema pornografico …
Ognuna di queste preferenze rappresenta un mezzo per creare il nostro senso inconscio di sicurezza e permetterci di lasciarci andare nell’incontro con l’altro. Secondo questa teoria, le fantasie sessuali sono la chiave per sbloccare l’eccitazione perché disconfermano quelle credenze (patogene) nucleari che ci portiamo dentro e che raramente conosciamo.
Le difficoltà che certe persone provano, derivano da credenze inconsce e dai sentimenti che le accompagnano, credenze che si sono formate nell’infanzia e che hanno interferito con i normali obiettivi e gratificazioni evolutive, incluse quelle sessuali. Ci creiamo fantasie ad hoc proprio per lasciare fuori dall’intimità sentimenti di preoccupazione, colpa, vergogna, senso di inadeguatezza, rifiuto e impotenza. Così, ad esempio, una persona preoccupata dalla possibilità di ferire gli altri esternando i propri bisogni, può fantasticare scenari sessuali in cui è sottomessa, negando simbolicamente la possibilità di fare del male alla persona intima con una richiesta avvertita come lesiva o egoista o inappropriata.
Sappiamo che cosa ci eccita ma non sappiamo perché.
Ognuno di noi è custode di fantasie particolari, apparentemente inspiegabili, spesso orribili, incredibili, indicibili. Niente che la morale accetti, infatti ci vergogniamo del Mr Hyde che alberga in noi: fantasie di violenza, stupro, frustate, asfissia, orge, umiliazioni, sottomissione e potere, disprezzo, latex e parate sui tacchi a spillo … sarebbero fonti di sicurezza?
Secondo Bader, sembrerebbe di sì. L’essere umano utilizza le fantasie sessuali grazie all’immaginazione e alla sua capacità di superare gli ostacoli tra noi e il piacere.
Per salpare dalla zona confort della vigilanza e abbandonarci all’eccitazione, sono indispensabili alcune condizioni:
- la consapevolezza di non perdere la vicinanza – quindi che l’altro non ci accuserà né rifiuterà né resterà disgustato dalle nostre fantasie;
- la sicurezza di non ferire l’altro (condividendo la fantasia) e di non sentirsi in colpa per il desiderio egoistico di provare piacere.
In psicoterapia il tema della sessualità si presenta spesso perché i piaceri che dà creano spesso un conflitto interiore essendo sia desiderabili che proibiti. Attraverso il sesso possiamo esprimere anche altri sentimenti e soddisfare altri bisogni: stabilire o evita legami affettivi, affermare o minare il nostro senso di mascolinità o femminilità, gestire emozioni spiacevoli…
Da questa prospettiva, le fantasie sessuali possono spogliarsi della loro stravaganza per diventare la via d’accesso personalizzata verso l’eccitazione. Stravagante può essere la strada complessa che alcuni di noi devono percorrere per provare piacere in sicurezza. Le fantasie e le preferenze sessuali raccontano il tentativo complesso di contrastare specifiche credenze inconsce e godere di un piacere erotico reale. Tutti abbiamo bisogno di una chiave appositamente plasmata e capace di sintonizzarsi sul canale speciale della nostra storia.
Bader paragona le fantasie a microchip nei quali informazioni complesse sono ridotte in un piccolo spazio. Allo stesso modo, la preferenza di un uomo per una donna dai seni grandi, l’attrazione di una donna per un uomo d’autorità, l’eccitazione di qualcuno per un altro dello stesso sesso o il sex appeal di una persona molto più giovane o, viceversa, più matura, rappresenterebbero quei microchip.
Le fantasie sessuali ci persuadono che non stiamo ferendo né tradendo e che, se ci eccitiamo, l’altro non soffrirà né gli mancheremo di rispetto. Possono essere immaginate come piccole storie che usiamo per schivare emozioni e credenze orientate all’inibizione sessuale. Esse ci rendono capaci di “usare” egoisticamente l’altro senza preoccuparci che si senta usato e che, per questo, ci giudichi e ci allontani. L’egoismo funzionale, essenziale all’eccitazione sessuale, si scontra con le inibizioni imposte dalle dinamiche della colpa e dai sentimenti di responsabilità dettati dall’identificazione con il partner (che può emergere nelle storie di lunga durata, per esempio), rendendo così il piacere sessuale più arduo da raggiungere e le fantasie difficili da condividere.
Come riuscire a eccitarsi, come tenere insieme il desiderio sessuale con il timore di non essere adeguati, di poter fare del male all’altro, con la vergogna e la colpa di istinti giudicati immorali o scorretti? Nella realtà si trovano compromessi e accomodamenti, ma, dice Bader, la fantasia è solo nostra: qui quel che ci eccita va in scena in sicurezza e non fa male a nessuno.
Questo gioco di proiezioni ed inversione di ruoli da passivo in attivo, a partire dai copioni originari, diventa interessante nella relazione sessuale di coppia. L’intimità funziona se le fantasie sono complementari, ma se il senso di inadeguatezza di un partner soffoca l’espressione dell’altro; se la posizione favorita di uno ferisce o è criticata dall’altro allora il fraintendimento è garantito, la monotonia e la rinuncia prevalgono sul piacere.
Dunque, avere fantasie erotiche è normale; metterle in atto – specie quelle che minacciano l’integrità altrui – è tutta un’altra storia.
Bibliografia
Bader, M. (2018), Eccitazione. La logica segreta delle fantasie sessuali. Ed. Raffaello Cortina
Gazzillo, F. (2016), Fidarsi dei pazienti. Introduzione alla control mastery theory. Ed. Raffaello Cortina