“Quanti amici hai?”
“Tanti, davvero tanti. La sera dopo cena mi ritrovo spesso con loro per discutere, commentare, spettegolare sui fatti del giorno”.
“Sei un ragazzo molto fortunato allora. Dai, raccontami una serata tipo? Quella di ieri, per esempio…”
“Io e i miei amici scegliamo un programma in TV, solitamente uno di quelli del momento – che ne so – un talent, un reality… e ci scambiamo commenti, botta e risposta, su quello che succede. Uno scambio di opinioni che spesso finisce in discussioni dai toni molto accesi. Alcuni di noi ci tengono a far valere le loro idee più di altri che, invece, restano in disparte. Non commentano direttamente gli argomenti del momento ma manifestano comunque il loro accordo per questo o quell’altro punto di vista”.
“E come si concludono i dibattiti quando i toni si alzano?”
“Qualcuno esce dalla discussione o smette di rispondere o cambia discorso. Stiamo in piedi fino a tardi…”
“E la mattina?”
“La mattina si va a scuola. Purtroppo. Nessuno ha granché voglia di parlare allora; specie se interrogato dalla prof.!”
“E perché?”
“Perché ci siamo già detti tutto la sera o poco prima di entrare in aula o subito dopo il suono della sveglia…”
“Dovete essere molto uniti te e i tuoi amici. Deve piacervi molto stare insieme, condividere…”
“Si. Insieme giochiamo anche. Subito dopo la scuola e dopo aver pranzato, giochiamo ai giochi di ruolo. Ce ne sono alcuni che sembra di stare là, dentro a quelle azioni!”
“Hai un migliore amico? Qualcuno con cui ti confidi di solito?”
“No, un migliore amico non ce l’ho”.
“E come mai?”
“Se mi confidassi davvero con qualcuno credo che il giorno dopo lo saprebbe tutta la scuola”.
“Vorrebbe dire che quello non sarebbe un buon amico…”
“Allora non credo di avere buoni amici”.
“Però per ritrovarti la sera o giocare il pomeriggio subito dopo scuola amici ce li hai…”
“Si, ma è diverso. Si parla di talent, talk show, di sport, donne, di PES…”
“…non dei problemi personali”.
“Sì, appunto. I problemi personali sono personali. Punto”.
“Quando hai avuto l’ultimo problema a chi ti sei rivolto per cercare una soluzione?”
“Alla rete. Ho cercato aiuto in rete…”
“…tipo?”
“Tipo nelle chat, per capire chi altro avesse il mio stesso problema oppure tramite ricerche con parole chiave su motori di ricerca, per esempio. Per capire meglio i sintomi. Tu digiti qualcosa del tipo, “panico” e trovi una serie di informazioni sull’argomento. Dopodiché sta a te verificare se tra le tante soluzioni a casi altrui, qualcosa può aiutarti a superare le tue difficoltà”.
“…”
“…”
“Tu sai perché sei qui, Filippo?”
“Sì. Quello che ho io non si trova in rete…”
“…”
“Ho paura”.
“Di che cosa hai paura, Filippo?”
“Ho paura perché sono solo”.
“Ti senti solo? Eppure mi hai detto di avere tanti amici”.
“Sai, sono anche amico di calciatori, di comici. Sono amico di attori, di cantanti, di scrittori – alcuni famosi altri meno noti e…”
“…e tu cosa vorresti fare da grande?”
“Non lo so. Non c’ho ancora pensato di preciso però vorrei stare bene”.
“Perdonami ma c’è qualcosa che non riesco a capire, c’è qualcosa che mi sfugge. Con così tanti amici, di cui alcuni famosi mi hai detto, non riesco a spiegarmi come è che ti senti solo. Sabato, per esempio. Sabato sera sei uscito con qualcuno di loro? Sei andato al cinema, ad una festa di compleanno…?”
“No. Sabato avevo da fare”.
“Cosa avevi da fare che non potevi rimandare al giorno dopo?”
“Dovevo finire di aggiornare il mio blog di viaggi”.
“Hai un blog di viaggi?”
“Si”.
“E dimmi un po’? Dove sei stato?”
“Sono stato a Roma, a Firenze, a Venezia, a Barcellona…”
“…”
“Però su Google Earth mi sono girato il mondo”.
“Nei mesi scorsi mi hai raccontato che sei dovuto stare qualche giorno in ospedale per visite; chissà quanti amici ti saranno venuti a trovare…”
“No, i miei amici in quel giorno avevano da fare e…”
“…e?”
“E poi non tutti stanno qui. Non tutti abitano qui”.
“Certo, staranno in quartieri o comuni diversi…”
“Si, alcuni sì”.
“E gli altri?”
“Gli altri stanno in altre regioni, altri abitano in altre nazioni se non addirittura in diversi continenti”.
“Ma…allora come è che tutti i giorni vi trovate per giocare insieme e tutte le sere vi ritrovate a commentare eventi di vita insieme?”
“Siamo insieme e siamo tanti ma siamo soli”.
“Spiegati meglio, non capisco…”
“Ciascuno è a casa propria davanti allo schermo del proprio computer o smartphone. Siamo connessi”.
“Connessi…”
“Si. In questo modo annulliamo le distanze “.
“Ma come fate se non vi guardate se non vi ascoltate?”
“Certo che ci vediamo e ci sentiamo! In questo modo posso avere amici all’altro capo del mondo pur stando qua, comodamente sdraiato sul mio letto o sul divano. E stiamo insieme.”
“Siete connessi ma senza contatto”.
“Quello schermo, quella barriere è fondamentale per noi. Così ci capiamo meglio”.
“…”
“Per noi è vitale esserci”.
“E la tua paura di essere solo? Forse, oltre lo schermo c’è qualcuno curioso e spaventato. Proprio come te…”
“…”