Pubblicazione n. 3 con PisaHalfMarathon – CeladrinRun
Quando si parla di visualizzazione si intende la capacità di un individuo di rappresentare mentalmente precise sequenze motorie e/o comporta-mentali finalizzate al raggiungimento di un risultato.
Nel caso di un atleta, saper padroneggiare questa tecnica, diventa utile per consolidare l’attuazione di gesti o azioni fondamentali alla prestazione sportiva: un calciatore potrà visualizzare un dribbling o un calcio di rigore, un ostacolista potrà fissare nella mente la ritmica dei passi, un saltatore lo stacco del piede a terra…
A differenza della mindfulness, che si focalizza sulla percezione di come la respirazione interagisce con il corpo, qui l’attenzione è sulla ripetizione mentale di movimenti pratici.
Ciascuno di noi si sarà trovato a ripassare un esame o un colloquio di lavoro o il da farsi per una performance. Riuscire ad usare la capacità immaginativa per fini produttivi, imparare cioè ad allenare tale capacità parallelamente alla preparazione fisica e/o cognitiva, può portare enormi vantaggi alla prestazione (sportiva e non).
A riguardo, sono numerosi gli studi di Programmazione NeuroLinguistica (PNL) finalizzati a rendere la visualizzazione il più reale possibile in modo da permettere al cervello di vivere una situazione più e più volte ed imparare, così, a gestire sia il punto di vista emotivo che tecnico. E’ una capacità, quindi, che non si basa sulla passiva riproduzione di un contesto ma che invita l’atleta a ricostruirsi un quadro mentale di quanto andrà ad affrontare. Per questa operazione dovrebbero essere coinvolti tutti e cinque gli organi di senso.
Ad esempio, un atleta potrebbe visualizzarsi nella fase immediatamente precedente alla partenza di una corsa su strada: “Comincia a visualizzarti vicino al punto di partenza. Stai ultimando il tuo riscaldamento. Guardati attorno. Vedi i tuoi avversari, i giudici di gara, gli spettatori. Guarda il colore delle tue scarpe, del tuo completino, il numero che stai indossando. Mentre fai stretching, prova a sentire il corpo che si allunga. Prova a sentire la pressione dei tuoi piedi sul terreno. Senti i tuoi muscoli: se sono già pronti, potenti, reattivi. Senti i giudici se stanno chiamando i concorrenti in ordine di numero di gara oppure ascolta che tipo di musica stanno trasmettendo gli altoparlanti. Manca poco alla partenza. Senti la presenza dei tuoi avversari vicino a te. Sei ad un passo dalla linea di partenza. Qualcuno prova a spostarti, c’è sempre un po’ di calca quando si avvicina lo sparo; l’odore di sudore inizia a farsi sentire nonostante non sia così caldo. Senti una lieve pressione dei corpi che spingono. Mantieni la tua posizione di partenza. Concentrati adesso solo sul primo passo da fare appena senti lo start. Non esiste altro che un passo da fare. Passo dopo passo… VIA!!!”
I professionisti praticano spesso questo tipo di esercizi. Naturalmente occorre farlo nel modo corretto altrimenti potrebbe essere addirittura controproducente. Allenarsi mentalmente aiuta, oltre ad aumentare le credenze positive e sviluppare il pensiero vincente, a gestire le emozioni e a restare calmi e concentrati.
Facendo riferimento agli articoli precedenti, i fattori mentali più importanti da poter affinare sono:
- la motivazione (che è il vero segreto del successo): i grandi sportivi sanno cosa vogliono e, soprattutto, si attivano per ottenerlo;
- il rilassamento: tramite tecniche come il training autogeno, la respirazione controllata e la mindfulness è possibile gestire gran parte delle tensioni emotive che precedono le gare;
- la concentrazione: permette all’atleta di non disperdere le proprie energie e di focalizzarsi su ciò che è utile alla prestazione;
- la visualizzazione: ripetendo il movimento dentro se stessi molte volte, è possibile migliorare la coordinazione dell’esecuzione, sino a farlo diventare quasi un’azione automatica;
- il dialogo interno attraverso cui un atleta può incoraggiarsi oppure perdersi in catastrofismi. Ma del mondo dei pensieri parleremo alla prossima occasione.
Buona visualizzazione!